Il tecnico bianconero: «Chi ha giocato meno ed ha avuto meno soddisfazioni oggi ha risposto alla grandissima»
TORINO - Alessandro Del Piero segna dopo mesi: "Finalmente, ha fatto un gol stupendo, ci provava da tempo", commenta Antonio Conte ai microfoni di Rai 1. E sottolinea che il numero 10 "sarà sempre una soluzione, mai un problema" per la Juventus. È soddisfatto, il tecnico bianconero, della vittoria per 3-0 sulla Roma, che vale l'accesso alla semifinale di Coppa Italia, e della prestazione dei suoi. "Chi ha giocato meno ed ha avuto meno soddisfazioni oggi ha risposto alla grandissima, merito di questi ragazzi che sono straordinari", ha osservato. Ad una domanda su Giaccherini, che ha sbloccato subito il risultato con un bel gol di sinistro, il tecnico risponde: "Tengo a tutti i miei ragazzi, io gli do fiducia, lui la merita, è una bellissima favola", riferendosi al passaggio in pochi anni dell'attaccante dalla serie C al Cesena e infine alla Juve. In semifinale la Juve affronterà il Milan o la Lazio. "Ma per ora godiamoci il successo di stasera", conclude Conte.
Il numero 10 bomber nel suo terzo stadio: «Sono felicissimo per aver segnato in una partita a cui tenevamo molto: s’è visto no? Uno stadio in piedi e l’applauso di Conte: è una bellezza, un quarto di finale con lo stadio pieno. La gente è vicinissima: bellissima serata»
TORINO - «Sono felicissimo per aver segnato in una partita a cui tenevamo molto: s’è visto no? Uno stadio in piedi e l’applauso di Conte: è una bellezza, un quarto di finale con lo stadio pieno. La gente è vicinissima: bellissima serata!». Ha il sorriso di chi sa di essere stato ancora decisivo, Alessandro Del Piero, parlando ai microfoni di Rai Sport dopo la vittoria sulla Roma che vale le semifinali di Coppa Italia.
SUL CONTRATTO - «Per me questo gol cambia poco, più di metà squadra non giocava, per questo la vittoria vale di più. IL contratto? Sono felice che Conte apprezzi quello che si fa nello spogliatoio: non è un caso che l’intensità di chi non gioca di solito è figlia di un credo comune. Grazie della riflessione» dice rispondendo se qualcuno dice perché la Juve non pensi al suo contratto.
IO E TOTTI, BELLO SFIDARSI ANCORA - «Io e Totti? Grande cosa il record di Totti e lo stesso stimolo e orgoglio che vivo io. Bello di aver sfidato ancora Totti e di aver vinto il mondiale con lui. La Juve cambiata? Stiamo dando tantissimo, la voglia c’era anche negli anni scorsi. Adesso fateci godere un momento che non finisca, anzi duri a lungo fino alla fine».
DEDICATO ALL'AVVOCATO - Il numero 10 bianconero poi continua a parlare in sala stampa, ricordando Gianni Agnelli e il nono anniversario della sua scomparsa, celebrato in una maniera speciale: «Il gol è dedicato alla memoria dell'Avvocato. Un gol così bello in un giorno così particolare gli sarebbe piaciuto. Volevo segnare fortemente»
Il lodo impugnato alla Corte d’Appello. Corte dei Conti: aperto fascicolo sul consiglio federale
TORINO - La battaglia continua. D’altra parte la calma apparente dell’ultimo mese era sostanzialmente dovuta ai tempi tecnici che richiedono gli scontri legali. E la Juventus è pronta a iniziare il 2012 con un’altra causa nei confronti della giustizia sportiva. Verrà impugnato il lodo del Tnas, quello con cui il collegio del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport si dichiarò incompetente a giudicare la vicenda dello scudetto 2006. Ieri la società bianconera ha fatto richiesta allo stesso Tnas di cinque copie di quel documento, con l’intenzione di portare il caso davanti alla Corte d’Appello di Roma. Una scelta che fa presumere la richiesta di una nullità radicale della decisione del Tnas. Il tutto in linea con quello che ha sempre sostenuto il legale della Juventus Michele Briamonte, architetto della controffensiva legale bianconera, ovvero che il Tnas ha commesso gravi errori nella vicenda, a partire dal non essere entrato nel merito della questione.
CAMPO DI BATTAGLIA - Insomma, parallelo al “ricorsone” da 440 milioni di euro al Tar, correrà quest’altro appello che amplia il campo di battaglia: non solo giustizia amministrativa, ma anche ordinaria. L’obiettivo è sempre lo stesso: scardinare uno degli atti più incongruenti del caso Calciopoli: l’assegnazione dello scudetto 2006 all’Inter, che in seguito la stessa Figc, nella figura del procuratore federale Stefano Palazzi, ha giudicato colpevole della violazione dell’ex articolo 6, quello che parla di illecito sportivo e per il quale si può anche essere retrocessi.
Il tecnico è l’unico in grado di far capire a chi veste la maglia bianconera che ci si può fermare solo davanti a un titolo. Fino a quel momento c’è tempo solo per pedalare.
Scontato? Mica troppo, perché se prima questa era l’abitudine, dopo è andata via via perdendosi, negli anni che sono seguiti a Calciopoli. La disperata ricerca del ritorno in alto ha fatto perdere la bussola alla Juventus che ha smarrito alcuni punti di riferimento fondamentali. Al di là di scelte tecniche quantomeno opinabili, degli strafalcioni di mercato, della sfortuna o del numero incredibile di infortuni, gli insuccessi degli ultimi cinque anni vanno cercati anche nello sgretolamento di quella mentalità vincente che nessuno, tra chi stava in società o sedeva in panchina, ha saputo rinverdire e coltivare con la dovuta applicazione e la necessaria rabbia. Sì, rabbia, quella che anima in modo naturale Conte, l’unico in grado di far capire a chi veste la maglia bianconera che ci si può fermare solo davanti a un titolo. Fino a quel momento c’è tempo solo per pedalare. Ma solo lui ha il carisma e la credibilità per gridarlo a tutti i giocatori della rosa, nessuno escluso.