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Juventus

 

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L'attaccante bianconero non ha dubbi: «Scudetto? Il Milan parte avvantaggiato ma noi ci crediamo. A livello personale spero di affermarmi a livello europeo e quando sento il mister che dice che posso fare la differenza fa piacere»

 

ROMA - «Sto bene, ho ripreso in pieno e non vedevo l’ora di rientrare, perché stare fuori è dura per tutti». Essere costretti a guardare i compagni giocare fa sempre male, ad ogni calciatore, e Mirko Vucinic non fa eccezione. L’infortunio muscolare che lo ha costretto a saltare le ultime gare del 2011 però ormai e alle spalle e il montenegrino scalpita. anche perché all’orizzonte c’è la gara di Lecce, che per lui ha un significato particolare, visto che in quella città è arrivato a soli 17 anni ed è cresciuto come calciatore e come uomo: «È la mia seconda casa. Sono stato lì per sei anni bellissimi e sono sempre contento di tornare. E poi ho già dovuto saltare la partita contro la Roma e mi è spiaciuto molto».

LA SFIDA COL MILAN - Se la prossima sfida in campionato è contro i pugliesi, quella contro il Milan prosegue a distanza. Un duello nel quale la Juve, secondo Mirko, ha un’arma straordinaria da sfoderare: «Abbiamo una voglia che si può trovare in poche altre squadre. Voglia di migliorare e lavorare. E infatti non ho mai lavorato così tanto. Cos’ha il Milan più di noi? Lo scudetto dello scorso anno. Parte avvantaggiato per quello». Dovendo restringere il confronto ai singoli è fin troppo facile paragonare Vucinic a Ibrahimovic, per la potenza fisica, il piede vellutato, le ascendenze slave... «e per le due ultime lettere del cognome...», sorride il montenegrino.

VOGLIA DI VINCERE - Un altro lato in comune è sicuramente l’ambizione e Mirko non la nasconde: «Nel 2012 voglio vincere. A livello personale spero di affermarmi a livello europeo e quando sento il mister che dice che posso fare la differenza fa piacere. Forse dovrei segnare di più, perché per ora ho fatto solo due gol. Mi metto più a disposizione della squadra rispetto agli altri anni e sono comunque soddisfatto di me stesso. E poi siamo primi in classifica ed è questo che conta, non quanto segno io, perché siamo in undici e ci sacrifichiamo uno per l’altro. La cosa più importante è che la squadra continui su questa strada».

 

Vucinic lancia la Juventus: «Nel 2012 voglio vincere»
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