

Juve-Trabzonspor: bolgia al 61'. Ecco la storia che c'è dietro
TORINO - E' il minuto sessantuno di Juventus-Trabzonspor, partita ostica e clima surrealmente silenzioso per lo sciopero del tifo biaconero. Il relativo silenzio dello Stadium è interrotto da un boato che neanche un gol provoca. E poi petardi. Fumogeni. Bandiere e sciarpe. Cori. La partita viene sospesa per circa due minuti. Tutto dal settore ospiti dove sono stipati circa 2000 turchi. "Ma questi si esaltano per un fallo laterale?", si chiede stupito il resto del pubblico che non riesce a collegare l'esplosione di tifo a nulla di ciò che accade in campo. Perché il campo non c'entra niente: i tifosi del Trabzonspor celebrano un'antica tradizione, che viene portata avanti in casa e in trasferta.
LA BATTAGLIA Il minuto è sempre quello, il 61', perché richiama il 1461 quando, oltre cinquecento anni fa. IN quell'anno l’Impero di Trebisonda, lì dove la cultura bizantina aveva lasciato residui come in nessun altro luogo e che aveva avuto origine dalla disgregazione dell’Impero bizantino a seguito della quarta crociata, cadde in mano ai Turchi Ottomani. Fu Maometto II a stringere d’assedio la città che si arrese il 15 agosto. L’Impero romano d’oriente, da quel momento in poi, sarebbe rimasto lettera morta. Tra storia, cultura e sport l’intreccio è forte.


Trezeguet si commuove: «Per sempre uno di voi»
La fatica più grande per l'ex giocatore della Juve è stata quella per trattenere le lacrime, quando è arrivato - al termine del giro di campo - sotto la curva Sud e ha esultato a braccia larghe, come quando segnava
"Mi avete fatto godere per dieci anni la bellezza del calcio, la vostra stima e mi avete reso orgoglioso". Non ha finito la frase al microfono e la curva ha inneggiato a lui, strappandogli un'altra lacrima. "Quando gioca segna sempre Trezeguet" diventa l'inno della serata. Mentre scorrono i gol più importanti, il pubblico esulta come se si giocasse dal vivo, dal primo gol, in Coppa contro il Panathinaicos fino al 5 maggio 2002, a Udine con il gol che valeva lo scudetto, passando per Juventus-Real del 2003.
"Questo stadio fa brividi, non avevo potuto salutare i tifosi. la Juve può diventare fra le squadre più forti al mondo. Io in questa Juve? Beh, gioca sempre in attacco, giocare qui in questa squadra e in questo stadio sarebbe storico. Tevez e Llorente come Del Piero Trezeguet? Stanno facendo bene a livello mondiale dimostrato di essere su grandi livelli e devono contini aure così: io ho avuto la fortuna di aver giocato con un grandissimo come Alessandro. Il mio gol più bello? Quello nel derby al '90: è il sogno, decidere un derby". E scatta l'ovazione. "Ho voglia di piangere. Quello che ha fatto la Juve per me non non lo posso dimenticare e grazie a tutti voi, intesi come giornalisti che mi avete seguito per dieci anni". Grazie a te, David: grande campione e bella persona.

