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Juventus

 

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L'analisi di Guido Vaciago sul momento bianconero. È una squadra che non assomiglia per nulla a quella che ha esaltato i tifosi a settembre a dicembre. Sembra, fondamentalmente, una questione fisica.

 

TORINO - «Meglio di Lecce, ma non siamo ancora ai livelli di prima della sosta», Antonio Conte fotografa la situazione della Juventus in modo lucido. Anche perché, tolti alcuni sprazzi, è una Juventus che non assomiglia per nulla a quella che ha esaltato i tifosi a settembre a dicembre. Sembra, fondamentalmente, una questione fisica: perché la squadra non ha perso la coralità del gioco e la compattezza del gruppo (vedi il gol di Vucinic), ma queste due caratteristiche non riescono a trovare applicazione sul campo perché le gambe non girano come prima e senza la ferocia agonistica che ha spinto la Juventus finora, per i bianconeri diventa difficile creare, per gli avversari più facile esprimersi.

Non è un caso, infatti, che sia proprio il centrocampo l'epicentro dei problemi bianconeri. Vidal, Pirlo e Marchisio, che con i gol, la corsa e il pressing, avevano trascinato la Juventus nei primi sei mesi, evidenziano chiari segnali di affaticamento. E questo, inevitabilmente, comporta problemi per chi sta davanti e riceve meno palloni e per chi sta dietro che vede arrivare troppi avversari. Chiariamo subito: non è "colpa" di Vidal, Pirlo e Marchisio, se la Juventus non ha vinto con il Cagliari, ma il calo del centrocampo è un sintomo chiave per dare un'interpretazione al risultato di oggi e alla brutta prestazione di sette giorni fa a Lecce.

Se i calcoli di Conte e del suo staff sono esatti, la Juventus tornerà a correre come prima nel giro di due settimane, in tempo per la sfida con l'Udinese in casa e con un'altra gara di sofferenza contro l'Atalanta sabato prossimo. Poi, però, dovrebbe avere abbastanza benzina per arrivare in fondo al Gran Premio del campionato spingendo sempre al massimo e senza pit stop per le Coppe. Ma nel frattempo, Marotta sta cercando un centrocampista (da Behrami a Guarin, passando per Nainggolan o, eventualmente, Palombo) proprio perché lì in mezzo non ci sono ricambi e ogni tanto i tre pistoni del motore bianconero devono avere la possibilità di rifiatare.

Ultima riflessione, premesso che Conte è il maggiore responsabile del successo juventino di questa stagione, questa volta forse non ha indonvinato i cambi. Che senso ha inserire un giocatore come Krasic, chiaramente fuori dal progetto (basta contare presenze e, soprattutto, tribune per capirlo) e forse anche psicologicamente sballotato dalla difficile situazione che sta vivendo dopo una stagione da eroe l'anno passato? Il gol sbagliato in modo così clamoroso forse non è solo sfortuna. D'altra parte non era l'unica soluzione per aumentare il dinamismo della squadra: Marrone a Lecce si era comportato benissimo, perché non riproporlo? Ma rispetto al lavoro che il tecnico ha portato avanti finora, è davvero un peccato veniale.

 

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