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Scritto da Roberto
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Mercoledì 09 Novembre 2011 15:00 |


Il capitano pubblica sul suo profilo Facebook la foto con scritto 3+7=10: il suo numero. Compleanno speciale, al 99% l'ultimo con la maglia bianconera
TORINO - Buon compleanno Alex. Il capitano della Juve compie oggi 37 anni. 3+7=10, come sottolinea con una bella foto sul suo profilo Facebook (foto www.alessandrodelpiero.com): il suo numero. Un compleanno particolare che i tifosi festeggiano con tanto orgoglio ma anche con un pizzico di amarezza perché al 99% sarà l'ultimo con la maglia della Juve. 37 anni e non sentirli, perché Del Piero non ha assolutamente voglia di smettere di giocare e probabilmente continuerà a farlo all'estero. INTERVISTA A FRANCE FOOTBALL - Ieri France Football ha pubblicato una lunga intervista con il capitano della Juve, in cui si parla molto di campionati esteri: "Ho scoperto il Giappone nel 1996 durante la Coppa Intercontinentale. I tifosi giapponesi non hanno mai smesso di ricoprirmi con il loro affetto e la loro passione. Si tratta di un popolo molto sensibile, con una profonda ospitalità e un grande senso del rispetto. Dopo lo tsunami mi è sembrato giusto impegnarmi per raccogliere dei fondi grazie a magliette dedicate. La risposta è stata fantastica. Torino? E’ chiusa e silenziosa come me. Nel corso degli anni però abbiamo entrambi ad aprirci e a sorridere. Io e Torino siamo cresciuti insieme. Torino è la mia città , quella dove ho passato metà della mia vita e dove ho tutti i miei affetti. Sono profondamente legato a Torino". USA - "La mia passione per lo sport USA ? Lo sport ai massimi livelli è espressione di bellezza. E’ un’emozione unica. Io amo lo sport, compreso quello americano. A Los Angeles e Orlando ho assistito alle finali NBA e mi sono divertito ad andare alle partite di NFL e MLB. Nelle ultime settimane, però, devo confessare che la mia testa era altrove, dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda per la Coppa del Mondo di Rugby. Gli All Blacks mi affascinano. Per questo ero a San Siro per la loro gara contro l’Italia nel 2009". INGHILTERRA - "La Premier League ? Ho imparato ad apprezzare i club inglesi fin dai miei debutti internazionali, soprattutto il Manchester United. Amo il modo in cui gli inglesi vivono il calcio, con passione e sportività . Mi piace anche l’atmosfera, lo spirito, gli stadi come l’Old Trafford e l’atteggiamento dei tifosi: cosa c’è di più bello che vedere i tifosi di entrambe le squadre insieme allo stadio senza problemi".
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Scritto da Roberto
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Mercoledì 09 Novembre 2011 10:34 |


TORINO - Nonostante tutto i procedimenti sportivi vanno avanti, ufficialmente paralleli rispetto alla giustizia ordinaria, emotivamente indeboliti dalla sentenza penale, ma soprattutto divisi: da una parte la Juventus, dall’altra Moggi . Perché il vessillo sotto al quale combatteranno i bianconeri in sede sportiva (e anche civile, visto che presto partiranno i ricorsi al Tar) sarà quello del «noi con Moggi non c’entriamo niente, lui agiva per i fatti suoi, noi siamo stati puniti ingiustamente». La sentenza della Casoria , di cui però sarà fondamentale leggere le motivazioni, sembra infatti aver spezzato la logica della responsabilità oggettiva, quella per la quale la Juventus era stata condannata nei processi sportivi del 2006. Insomma, la pesante condanna di ieri non intacca la possibilità e la forza teorica delle posizioni dei legali bianconeri, che ora andranno all’attacco della Figc sempre in nome della disparità di trattamento avuta nel 2006 (alla luce di quanto emerso e di fatto riconosciuto dalla stessa Figc con la relazione Palazzi ) e del fatto che un tribunale penale ha in teoria riconosciuto che Moggi era una cosa e la Juventus era un’altra.
MOSSE MOGGI - Da parte sua Moggi, che certamente non prenderà bene la posizione bianconera (che in fondo ricalca quella del 2006) continuerà a combattere per la radiazione, con un’udienza che dovrà essere fissata nelle prossime settimane e che - è inevitabile - risulterà fortemente condizionata dal tipo di condanna ricevuta a Napoli. Moggi contesta alla radiazione della Figc anche dei vizi procedurali che effettivamente indeboliscono la condanna e questi punti non dovrebbero in nessun modo essere inquinati dalla sensazione che creerà la condanna penale di Napoli. Ma, a questo punto, per lo stesso Moggi (che combatte in quella sede insieme a Giraudo e Mazzini ) si tratta di una battaglia che assume significati diversi alla luce della sconfitta di Napoli. Vedremo.
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Scritto da Roberto
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Martedì 08 Novembre 2011 20:55 |


NAPOLI - Il processo Calciopoli arriva finalmente all'ultimo capitolo. Luciano Moggi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi dai giudici di Napoli, nell'ambito del processo penale di Calciopoli. Il pm per l'ex direttore generale della Juventus aveva chiesto 5 anni e 8 mesi. Gli ex designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e otto mesi e un anno e 4 mesi. Lotito e Della Valle (per questi ultimi un anno e tre mesi). PROCESSO NAPOLI, EX DG JUVE RITENUTO COLPEVOLE - Luciano Moggi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi dai giudici di Napoli, nell'ambito del processo penale di Calciopoli. Il pm per l'ex direttore generale della Juventus aveva chiesto 5 anni e 8 mesi. Gli ex designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e otto mesi e un anno e 4 mesi. Lotito e Della Valle (per questi ultimi un anno e tre mesi). Il Tribunale di Napoli ha condannato ad un anno e tre mesi il presidente della Lazio, Lotito, e Andrea e Diego Della Valle, della Fiorentina, nell'ambito dell'inchiesta su calciopoli. Un anno di reclusione per l'ex dirigente del settore arbitri del Milan Leonardo Meani. Per tutti era ipotizzato il reato di frode sportiva. Lo ha stabilito il Tribunale di Napoli nell'ambito del processo penale di primo grado a Calciopoli. LE PAROLE DI MOGGI - «Non ho voglia di fare battute, non parlo». Così l'ex dg della Juventus, Luciano Moggi lasciando l'aula del Tribunale di Napoli dopo la sentenza che lo ha riconosciuto colpevole nell'ambito del processo a Calciopoli. Moggi è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere e vari episodi di frode sportiva. LE CONDANNE - Queste le condanne emesse dalla nona sezione del tribunale di Napoli nell'ambito del processo a Calciopoli. Luciano Moggi 5 anni e 4 mesi; Paolo Bergamo 3 anni e otto mesi; Innocenzo Mazzini 2 anni e 2 mesi; Pierluigi Pairetto 1 anno e 11 mesi; Massimo De Santis 1 anno e 11 mesi; Salvatore Racalbuto 1 anno e 8 mesi; Pasquale Foti 1 anno e 6 mesi e 30mila euro di multa; Paolo Bertini 1 anno e 5 mesi; Antonio Dattilo 1 anno e 5 mesi; Andrea Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa; Diego Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa; Claudio Lotito 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa; Leonardo Meani 1 anno e 20mila euro di multa; Claudio Puglisi 1 anno e 20 mila euro di multa; Stefano Titomanlio 1 anno e 20 euro di multa. LE PAROLE DI BERGAMO - Paolo Bergamo a RaiSport: «Mi aspettavo una sentenza negativa, per cui attendiamo di leggere le motivazioni e poi faremo i nostri passi nelle sedi opportune. Sono sereno perché so come mi sono comportato, quello che ho fatto e soprattutto non ho fatto quindi sono tranquillo - ha proseguito Bergamo -. Quando noi siamo stati indagati ero convinto che non avrei subito il rinvio a giudizio, quando poi è successo, da allora sono sempre stato convinto che la sentenza alla fine sarebbe stato negativa. Questo processo a mio avviso è stato vergognoso». LE PAROLE DI DE SANTIS - «È una pagina mortificante per la giustizia, combatteremo in appello». Questo il commento dell'ex arbitro Massimo De Santis dopo la sentenza che lo ha condannato assieme a Luciano Moggi e ad altri imputati nel processo di Calciopoli a Napoli. «Sicuramente - ha aggiunto De Santis, condannato a un anno e 11 mesi di reclusione - non c'è stata unanimità nel verdetto, mi auguro che chi si è assunto la responsabilità di questa sentenza abbia la coscienza a posto e quando si appurerà che ha sbagliato mi auguro possa pagare». «È una sentenza scritta», ha concluso l'ex arbitro di Tivoli. LA RISPOSTA DEL PM: «NON È STATA FARSOPOLI» - «Non è stata una farsa, non è stata farsopoli». Cosi il pubblico ministero Stefano Capuano ha commentato la condanna di numerosi imputati al processo di calciopoli. 19.55 - È entrato il pm Capuano in sala, la sala è gremita. A minuti la sentenza 19.25 - Si sta riaffolando l'aula 216. Sono rientrati Moggi e tanti altri imputati insieme a molti giornalisti. Sale l'attesa. 17.30 FIGC «NO COMMENT» - La Figc non commenterà la sentenza su 'Calciopoli' attesa per questa sera da Napoli, ma lo farà solamente dopo aver preso atto delle motivazioni. È quanto hanno spiegato i vertici della federazione a margine del consiglio federale in Municipio a Vicenza. Al termine dei lavori il presidente Giancarlo Abete ha tuttavia spiegato la posizione della Figc, che è parte civile nel procedimento di 'Calciopolì. "La posizione della Federazione - ha detto Abete - è di grande rispetto per le decisioni che saranno assunte dal Tribunale di Napoli. Tuttavia siamo di fronte ad una situazione 'in progress': questo di Napoli è infatti il primo grado di giudizio, che poi avrà un seguito. E in parallelo c'è già una sentenza pronunciata in relazione della richiesta di rito abbreviato di alcuni dirigenti, che a metà novembre vedrà l'appello". Sulle vicende giudiziarie in corso Abete ha ricordato "che esiste fisiologicamente una differenza strutturale tra i procedimenti penali e le decisioni degli organi di giustizia sportiva". "Nello specifico - ha aggiunto il presidente Figc - facciamo riferimento a due ordinamenti diversi: a uno primario che è quello statuale, ad uno derivato che è quello sportivo. Per farmi capire, a puro esempio, ci possono essere delle sentenze di condanna in termini penali che non determinano degli effetti a livello sportivo e ci possono essere sanzioni a livello sportivo che non sono collegate a reati che abbiano valenza penale" 17.00 DEPOSITO - L’avvocato Pioreschi consegna l’elenco delle ultime telefonate: «Incluse 10 telefonate al fascicolo». E l’avvocato Picca inserisce una dichiarazione spontanea scritta di Diego Della Valle. La firma viene autenticata dal legale in aula sotto la sua responsabilità .
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