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Nov
08
2011
Scritto da Roberto Ultimo aggiornamento (08 Novembre 2011)
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Notizie varie

 

Calciopoli

 

NAPOLI - Il processo Calciopoli arriva finalmente all'ultimo capitolo. Luciano Moggi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi dai giudici di Napoli, nell'ambito del processo penale di Calciopoli. Il pm per l'ex direttore generale della Juventus aveva chiesto 5 anni e 8 mesi. Gli ex designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e otto mesi e un anno e 4 mesi. Lotito e Della Valle (per questi ultimi un anno e tre mesi).

PROCESSO NAPOLI, EX DG JUVE RITENUTO COLPEVOLE - Luciano Moggi è stato condannato a 5 anni e 4 mesi dai giudici di Napoli, nell'ambito del processo penale di Calciopoli. Il pm per l'ex direttore generale della Juventus aveva chiesto 5 anni e 8 mesi. Gli ex designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e otto mesi e un anno e 4 mesi. Lotito e Della Valle (per questi ultimi un anno e tre mesi). Il Tribunale di Napoli ha condannato ad un anno e tre mesi il presidente della Lazio, Lotito, e Andrea e Diego Della Valle, della Fiorentina, nell'ambito dell'inchiesta su calciopoli. Un anno di reclusione per l'ex dirigente del settore arbitri del Milan Leonardo Meani. Per tutti era ipotizzato il reato di frode sportiva.  Lo ha stabilito il Tribunale di Napoli nell'ambito del processo penale di primo grado a Calciopoli.

LE PAROLE DI MOGGI -  «Non ho voglia di fare battute, non parlo». Così l'ex dg della Juventus, Luciano Moggi lasciando l'aula del Tribunale di Napoli dopo la sentenza che lo ha riconosciuto colpevole nell'ambito del processo a Calciopoli. Moggi è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere e vari episodi di frode sportiva.

LE CONDANNE - Queste le condanne emesse dalla nona sezione del tribunale di Napoli nell'ambito del processo a Calciopoli. Luciano Moggi 5 anni e 4 mesi; Paolo Bergamo 3 anni e otto mesi; Innocenzo Mazzini 2 anni e 2 mesi; Pierluigi Pairetto 1 anno e 11 mesi; Massimo De Santis 1 anno e 11 mesi; Salvatore Racalbuto 1 anno e 8 mesi; Pasquale Foti 1 anno e 6 mesi e 30mila euro di multa; Paolo Bertini 1 anno e 5 mesi; Antonio Dattilo 1 anno e 5 mesi; Andrea Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa; Diego Della Valle 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa; Claudio Lotito 1 anno e 3 mesi e 25 mila euro di multa; Leonardo Meani 1 anno e 20mila euro di multa; Claudio Puglisi 1 anno e 20 mila euro di multa; Stefano Titomanlio 1 anno e 20 euro di multa. 

LE PAROLE DI BERGAMO - Paolo Bergamo a RaiSport: «Mi aspettavo una sentenza negativa, per cui attendiamo di leggere le motivazioni e poi faremo i nostri passi nelle sedi opportune. Sono sereno perché so come mi sono comportato, quello che ho fatto e soprattutto non ho fatto quindi sono tranquillo - ha proseguito Bergamo -. Quando noi siamo stati indagati ero convinto che non avrei subito il rinvio a giudizio, quando poi è successo, da allora sono sempre stato convinto che la sentenza alla fine sarebbe stato negativa. Questo processo a mio avviso è stato vergognoso».

LE PAROLE DI DE SANTIS -  «È una pagina mortificante per la giustizia, combatteremo in appello». Questo il commento dell'ex arbitro Massimo De Santis dopo la sentenza che lo ha condannato assieme a Luciano Moggi e ad altri imputati nel processo di Calciopoli a Napoli. «Sicuramente - ha aggiunto De Santis, condannato a un anno e 11 mesi di reclusione - non c'è stata unanimità nel verdetto, mi auguro che chi si è assunto la responsabilità di questa sentenza abbia la coscienza a posto e quando si appurerà che ha sbagliato mi auguro possa pagare». «È una sentenza scritta», ha concluso l'ex arbitro di Tivoli.

LA RISPOSTA DEL PM: «NON È STATA FARSOPOLI» -  «Non è stata una farsa, non è stata farsopoli». Cosi il pubblico ministero Stefano Capuano ha commentato la condanna di numerosi imputati al processo di calciopoli.

19.55 - È entrato il pm Capuano in sala, la sala è gremita. A minuti la sentenza

19.25 - Si sta riaffolando l'aula 216. Sono rientrati Moggi e tanti altri imputati insieme a molti giornalisti. Sale l'attesa.

17.30 FIGC «NO COMMENT» - La Figc non commenterà la sentenza su 'Calciopoli' attesa per questa sera da Napoli, ma lo farà solamente dopo aver preso atto delle motivazioni. È quanto hanno spiegato i vertici della federazione a margine del consiglio federale in Municipio a Vicenza. Al termine dei lavori il presidente Giancarlo Abete ha tuttavia spiegato la posizione della Figc, che è parte civile nel procedimento di 'Calciopolì. "La posizione della Federazione - ha detto Abete - è di grande rispetto per le decisioni che saranno assunte dal Tribunale di Napoli. Tuttavia siamo di fronte ad una situazione 'in progress': questo di Napoli è infatti il primo grado di giudizio, che poi avrà un seguito. E in parallelo c'è già una sentenza pronunciata in relazione della richiesta di rito abbreviato di alcuni dirigenti, che a metà novembre vedrà l'appello". Sulle vicende giudiziarie in corso Abete ha ricordato "che esiste fisiologicamente una differenza strutturale tra i procedimenti penali e le decisioni degli organi di giustizia sportiva". "Nello specifico - ha aggiunto il presidente Figc - facciamo riferimento a due ordinamenti diversi: a uno primario che è quello statuale, ad uno derivato che è quello sportivo. Per farmi capire, a puro esempio, ci possono essere delle sentenze di condanna in termini penali che non determinano degli effetti a livello sportivo e ci possono essere sanzioni a livello sportivo che non sono collegate a reati che abbiano valenza penale"

17.00 DEPOSITO - L’avvocato Pioreschi consegna l’elenco delle ultime telefonate: «Incluse 10 telefonate al fascicolo». E l’avvocato Picca inserisce una dichiarazione spontanea scritta di Diego Della Valle. La firma viene autenticata dal legale in aula sotto la sua responsabilità.

 

 
REPLICA CAPUANO - «Parlerò per un quarto d’ora, mezzora. Devo cominciare con la genesi. Molti avvocati enfatizzavano l’archiviazione del giudice Maddalena a Torino. Non è così: Torino ha fatto un’attività ad agosto-settembre 2004, un campionato non ancora cominciato. Il precampionato e poco più. Non è in giudicato, quel provvedimento: quando entra in possesso di tutto il materiale di Napoli solleva conflitto di competenza per indagare e riaprire l’indagine. Perché accortasi del proprio errore trova reati e associazione». «Risultava già, pubblico ministero», risponde la Casoria.
«Andiamo in ordine, le intercettazioni: ho letto con difficoltà le nuove intercettazioni. Non c’è NESSUNA PENALE RILEVANZA DELLE NUOVE INTERCETTAZIONI . Non c’era confronto. Non c’è stata una richiesta della copia sui dischetti. S’è dileggiato sull’investigazione relativa ai sorteggi: dopo sono andati a vedere, guardate il filmato. Il filmato parla chiaro: hanno accusato di falso. C’è tutto quello che ha scritto il maresciallo Zino, non c’è audio. Non si palesa la distinzione c’è una sorta di confusione, c’è il colpo di tosse e il notaio anche all’esito di tutto questo si utilizza l’atto notarile. Quella del 22 aprile con arbitro precluso: ancora parliamo di veridicità di quello che scrive il notaio? Le palline si aprono. Le palline ad ogni piè sospinto si aprivano. Le schede, sono schede riservate: Moggi va in Svizzera e si fa fotografare coi finanzieri non cambia il fatto che compri schede a nome del padre di De Cillis. Foto su Eco di Bergamo non cambi. Che ci vada un dipendente Juve è normale: Moggi è dipendente Juve. Solo Moggi dà spiegazione sulla scheda: mercato. Quelle schede, per lui, erano per parlare mercato: Bergamo, forse il padre di Pairetto, Paparesta. E che c’entrano col mercato. Fatta la scenetta dei due telefoni: non faccio la scenetta io, ma alle 3 di notte chiamo un fantomatico responsabile del mercato (ma un arbitro è più logico? Ndr) per parlare di un giocatore. La Fiorentina: la difesa del club viola sa bene che l’incontro non c’è prima perché la madre dei Della Valle sta male. Poi qui la professoressa di statistica ha fatto il suo studio sulle possibilità: le indagini si fanno sul contenuto delle intercettazioni in atti, la partita fondamentale è Lecce-Parma. Sono loro a dirlo che è la partita chiave, per questo ha ragione Auricchio di indagare su quella gara (ma bastava guardare il calendario e la classifica, ndr). Il sistema delle diffide? A dare validità sono gli imputati a parlarne: ne parla Moggi in un’ambientale... Ne parlerà Meani, che è imputato, con Copelli. Le telfonate sono eloquenti e le difese non ne hanno voluto tenere conto. Quando Vignaroli dice che «quella partita non la potete vincere mai», lo dice De Santis sul campo. Io sono d’accordo con la difesa Moggi: Bergamo e Fazi parlano molto, ma non dicono solo che la «Juve è la più forte». E se è vero è vero anche quando parlano dell’incontro del Divino Amore, e individuano il vertice dell’associazione. Va presa in considerazione Moggi quando chiama Baldas per gli interventi del Processo di Biscardi. Questo è il contesto. Concludo: la pubblica accusa non ha interrotto le difese, ma termini come “pagliacci e indecenti, vergogna” relativi alla polizia giudiziaria non sono ammissibili». La Casoria taglia corto: «L’avvocato deve difendersi fino allo stremo per il proprio cliente è tutelato. Repliche? Non si divaghi, però».

Prioreschi: «Siamo ancora alle indagini preliminari? Qui c’è la difesa delle indagini preliminari, altro che replica. I sorteggi? Che si continui a dire delle palline: non si leggeva il nome. Palermo-Lecce? Bene, c’è stato un errore e non è un capo d’imputazione. Quale è il sorteggio truccato? Le schede e le telefonate di mercato: guardate la vicenda Ibrahimovic e rileggetevi quanto sia importante. Il mercato è aperto 24 ore al giorno: Cannavaro lo abbiamo preso alle 4.30 del mattino, dice Moggi. L’associazione si deve discutere senza telefonate: al vertice della Cupola chi ci mette Moggi. Franco Carraro, non imputato, alla Lega il suo rivale principale, Galliani: voi che fate processi per associazione un capocamorra un associato nemico alla guida della propria struttura? Il capo di apre per condizionare il campionato: salta tutto perché alla penultima partita nel 2000 c’è il gol di Cannavaro? Qui si fa ridere».

Casoria: «Avvocato Prioreschi non divaghi. Qui tutto si concentra le partite, tutto il resto è aggiunta»
Prioreschi: «Beh, qui abbiamo subito una gogna, ma questi cinque anni non li restituirà nessuno».

 
Morescanti: «Sulla difesa Moggi e il pm: è la conferma pare diventata una guerra tra difesa Moggi e la procura dall’altra. Perché sono gli unici nella disponibilità di usare le telefonate a piacere. Una volta a carico di uno, una volta a carico di altri: noi non potevamo avere accesso alle telefonate. Prego di non voler utilizzare le telefonate dei miei assistiti». Avvocato Furgiuele per i Della Valle: «Bene, qui pare che Lecce-Parma sia la gara fondamentale. Ma la gara fondamentale era Fiorentina-Brescia: senza la vittoria dei viola con arbitro Collina la Fiorentina retrocede. Ma di quella gara non ci si è occupati. Ma attenzione il 3-3 di Lecce poteva incidere sulla sorte di altre squadre».

12.30 AUDIO DA NAPOLI DI ALVARO MORETTI

ORE 11.56 dell’8 novembre la giudce Casoria si ritira in Camera di Consiglio: «Ci vediamo alle 20 per la sentenza». L’aula si spopola e comincia la Grande Attesa.

11.41 - VERDETTIAMO - Gli avvocati stanno producendo brevi repliche, tra breve dovrebbe chiudersi il processo e il collegio giudicante chiudersi in camera di consiglio per la sentenza. La sentenza - a questo punto - dovrebbe arrivare in serata.

11.35 - DEPOSITO - L’avvocato Pioreschi consegna l’elenco delle ultime telefonate: «Incluse 10 telefonate al fascicolo». E l’avvocato Picca inserisce una dichiarazione spontanea scritta di Diego Della Valle. La firma viene autenticata dal legale in aula sotto la sua responsabilità.
REPLICA CAPUANO - «Parlerò per un quarto d’ora, mezzora. Devo cominciare con la genesi. Molti avvocati enfatizzavano l’archiviazione del giudice Maddalena a Torino. Non è così: Torino ha fatto un’attività ad agosto-settembre 2004, un campionato non ancora cominciato. Il precampionato e poco più. Non è in giudicato, quel provvedimento: quando entra in possesso di tutto il materiale di Napoli solleva conflitto di competenza per indagare e riaprire l’indagine. Perché accortasi del proprio errore trova reati e associazione». «Risultava già, pubblico ministero», risponde la Casoria. «Andiamo in ordine, le intercettazioni: ho letto con difficoltà le nuove intercettazioni. Non c’è NESSUNA PENALE RILEVANZA DELLE NUOVE INTERCETTAZIONI. Non c’era confronto. Non c’è stata una richiesta della copia sui dischetti. S’è dileggiato sull’investigazione relativa ai sorteggi: dopo sono andati a vedere, guardate il filmato. Il filmato parla chiaro: hanno accusato di falso. C’è tutto quello che ha scritto il maresciallo Zino, non c’è audio. Non si palesa la distinzione c’è una sorta di confusione, c’è il colpo di tosse e il notaio anche all’esito di tutto questo si utilizza l’atto notarile. Quella del 22 aprile con arbitro precluso: ancora parliamo di veridicità di quello che scrive il notaio? Le palline si aprono. Le palline ad ogni piè sospinto si aprivano. Le schede, sono schede riservate: Moggi va in Svizzera e si fa fotografare coi finanzieri non cambia il fatto che compri schede a nome del padre di De Cillis. Foto su Eco di Bergamo non cambi. Che ci vada un dipendente Juve è normale: Moggi è dipendente Juve. Solo Moggi dà spiegazione sulla scheda: mercato. Quelle schede, per lui, erano per parlare mercato: Bergamo, forse il padre di Pairetto, Paparesta. E che c’entrano col mercato. Fatta la scenetta dei due telefoni: non faccio la scenetta io, ma alle 3 di notte chiamo un fantomatico responsabile del mercato (ma un arbitro è più logico? Ndr) per parlare di un giocatore. La Fiorentina: la difesa del club viola sa bene che l’incontro non c’è prima perché la madre dei Della Valle sta male. Poi qui la professoressa di statistica ha fatto il suo studio sulle possibilità: le indagini si fanno sul contenuto delle intercettazioni in atti, la partita fondamentale è Lecce-Parma. Sono loro a dirlo che è la partita chiave, per questo ha ragione Auricchio di indagare su quella gara (ma bastava guardare il calendario e la classifica, ndr). Il sistema delle diffide? A dare validità sono gli imputati a parlarne: ne parla Moggi in un’ambientale... Ne parlerà Meani, che è imputato, con Copelli. Le telfonate sono eloquenti e le difese non ne hanno voluto tenere conto. Quando Vignaroli dice che «quella partita non la potete vincere mai», lo dice De Santis sul campo. Io sono d’accordo con la difesa Moggi: Bergamo e Fazi parlano molto, ma non dicono solo che la «Juve è la più forte». E se è vero è vero anche quando parlano dell’incontro del Divino Amore, e individuano il vertice dell’associazione. Va presa in considerazione Moggi quando chiama Baldas per gli interventi del Processo di Biscardi. Questo è il contesto. Concludo: la pubblica accusa non ha interrotto le difese, ma termini come “pagliacci e indecenti, vergogna” relativi alla polizia giudiziaria non sono ammissibili». La Casoria taglia corto: «L’avvocato deve difendersi fino allo stremo per il proprio cliente è tutelato. Repliche? Non si divaghi, però». Prioreschi: «Siamo ancora alle indagini preliminari? Qui c’è la difesa delle indagini preliminari, altro che replica. I sorteggi? Che si continui a dire delle palline: non si leggeva il nome. Palermo-Lecce? Bene, c’è stato un errore e non è un capo d’imputazione. Quale è il sorteggio truccato? Le schede e le telefonate di mercato: guardate la vicenda Ibrahimovic e rileggetevi quanto sia importante. Il mercato è aperto 24 ore al giorno: Cannavaro lo abbiamo preso alle 4.30 del mattino, dice Moggi. L’associazione si deve discutere senza telefonate: al vertice della Cupola chi ci mette Moggi. Franco Carraro, non imputato, alla Lega il suo rivale principale, Galliani: voi che fate processi per associazione un capocamorra un associato nemico alla guida della propria struttura? Il capo di apre per condizionare il campionato: salta tutto perché alla penultima partita nel 2000 c’è il gol di Cannavaro? Qui si fa ridere». Casoria: «Avvocato Prioreschi non divaghi. Qui tutto si concentra le partite, tutto il resto è aggiunta» Prioreschi: «Beh, qui abbiamo subito una gogna, ma questi cinque anni non li restituirà nessuno». Morescanti: «Sulla difesa Moggi e il pm: è la conferma pare diventata una guerra tra difesa Moggi e la procura dall’altra. Perché sono gli unici nella disponibilità di usare le telefonate a piacere. Una volta a carico di uno, una volta a carico di altri: noi non potevamo avere accesso alle telefonate. Prego di non voler utilizzare le telefonate dei miei assistiti». Avvocato Furgiuele per i Della Valle: «Bene, qui pare che Lecce-Parma sia la gara fondamentale. Ma la gara fondamentale era Fiorentina-Brescia: senza la vittoria dei viola con arbitro Collina la Fiorentina retrocede. Ma di quella gara non ci si è occupati. Ma attenzione il 3-3 di Lecce poteva incidere sulla sorte di altre squadre».

11.35 - Sta terminando ora l'udienza

11.20 - CARRARO ANTI-JUVE - E’ vero o non è vero che il presidente della Figc, Carraro, prosciolto dallo stesso De Gregorio, nella gara Inter-Juve chiama Bergamo e con indebita pressione fece chiamare Rodomonti l’arbitro. Forse Carraro è l’unico ad aver commesso una frode sportiva, stando al metro di De Gregorio, che invece lo proscioglie! Magari sbagliava perché le telefonate sfuggite sono tante, o OCCULTATE. E il colmo: la FIGC E’ QUI A CHIEDERE I DANNI A MOGGI. E qui c’è la prova di una frode sportiva di Carraro: e pure Collina dice “rosso” diretto. Una sola squadra danneggiata è la JUVENTUS: qui ci sono prove dirette. Le telefonate CONDANNANO IL GIUDICE DELL’UDIENZA PRELIMINARE. E la Figc va addosso a Moggi nelle varie Disciplinari ancora oggi. E all’Alta Corte chiedono chiarimenti. La Juve ha la prova provata di essere stata danneggiata da una telefonata del presidente Figc contro di lei e ora la Figc chiede i danni. BRESCIA - Bene, sulla Gazzetta ho letto dell’avvocato Catalanotti che contestava il fatto che Governato, intercettato con Pairetto, non fosse tesserato del Brescia. Qualcun altro, Galliani, disse che Meani era un collaboratore esterno: ma nelle telefonate tra Galliani, Meani e Bergamo, che tifa per il Milan sfegatatamente, abbiamo trovato un tesoro. Il problema è che Governato è accreditato presso Pairetto dal presidente del Brescia, Corioni. Governato: «COm’è andata». Pairetto: «Collina c’è». Bene allora ci sono state telefonate anche prima. Governato poi chiamerà per lamentarsi dell’arbitraggio di Messina-Brescia, si informa se «venerdì sono a Coverciano» e vuole «Brescia in prima fascia» per la delicata gara col Lecce. Signori: è l’impianto processuale che fa diventare importante questa situazione. E il Brescia è costituito contro di noi e contro la Juve.
PERCHE’ LORO NO? - C’è una Carraro-Bergamo dopo Lazio-Fiorentina che fa capire. Carraro, quello di Rodomonti. «‘Sto cavolo di Rosetti, guarda che svista (il mani di Zauri, ndr). L’ha parata», dice a Bergamo «un errore ciclopico». «Sì però a questo punto non può retrocedere la Fiorentina... se no qui stiamo messi male. La Fiorentina si deve salvare». E Moggi c’ha la Cupola! Ma alle 20.06 sarà Abete a chiamare Mazzini, dopo due ore. Sempre il 22 maggio 2005. «‘Sto imbeci». «Adesso siamo nei casini, complessivi e diversi. Voglio dire...», dice Abete. Abete era il vicepresidente e Carraro il presidente: la Can è una branca della Federazione, se gli arbitri sono scadenti, non mette nei casini i vertici! L’errore fondamentale è quel calcio perfetto dove quello sbagliato era Moggi: non era mondo perfetto, ma lo era imperfetto per molti aspetti che non riguardavano Moggi. Il calcio voleva pulirsi il viso togliendo di mezzo Moggi. Qui non c’è nemmeno una prova del sistema: le ipotesi investigative non sono andate avanti di un centimetro. Ciarpame. Nessuna imputazione al presidente e vicepresidente della Figc, CARRARO E ABETE: perché?
FINALE TELECOM - C’è un capo di imputazione per Moggi, il T, ma Auricchio ci dice che non ha fatto indagini, poi il pm chiede l’assoluzione. IL tutto mentro il vertici della Figc hanno la prova straordinaria per le loro indebite pressioni e chiedono i danni. Qualche giorno fa la signora Caterina Plateo, sentita a Milano: guardate i giornali, leggete. E scoprirete quando Moggi comprava con trombe e i fattorini Juve le schede per tutelare la Juve dalle aggressioni intecettative sul mercato: ora è chiarito ulteriormente. Telecom hanno distrutto dossier, come dossier Ladroni. C’era di più in quei dossier che scagionavano Moggi, De Santis... Prove occultate. Nemmeno siamo riusciti ad avere la dichiarazione di Nucini davanti alla Bocassini! Travolto, Nucini, nelle date, nei tempi, dalla Plateo: tutto quel tramestio con l’Inter. Plateo ha distrutto Nucini, e lui propina sciocchezze sull’incontro al Concord. Vogliamo questa sentenza, oggi, per ritrovare serenità, per cancellarele istanze di ricusazione, quelle istanze arrivano quando la prova messa in campo dai pm frana. Quando il dibattimento sconfessa i pm, ecco le ricusazioni: è la reazione scomposta, perché illegittima e inammissibile. Abbiamo bisogno di serenità: noi vogliamo una sentenza risarcitoria. Vogliamo che in questo processo sono state commesse nefandezze straordinarie, che si sono travalicati i limiti della decenza. Che è un processo senza una notizia di reato, con un nemico (Baldini) che vuole il ribaltone e accusa. Una sentenza che dica che Moggi non sia l’uomo del 415. Un processo dei record: qui si sono venduti tutte le informative al prezzo modico di 9 euro per leggere i libri dell’Espresso. Ma non sono riusciti a trovare il responsabile del verbale di Paparesta. Se una notissima giornalista va a cena con il comandate di Via in Selci e due giorni dopo viene pubblicato il verbale di Paparesta c’è bisogno di grandi investigatori per capire? E un altro giornalista che collabora alle indagini, di una nota testat sportiva, il giorno dopo anche lui pubblica il secretatissimo verbale col nome di un altro. Siete così scadenti da non capire chi ha fatto uscire le carte? Ci siamo riusciti perché Moggi è duro come la pietra, grazie al lavoro di Nicola Penta, degli avvocati Prioreschi, Tortorella, D’Onofrio abbiamo scoperto che questa è una brutta pagina della storia giudiziaria. E vi risparmio che un perito stravolgendo una perizia giurata al tribunale scriva, «leggendo il giornale: il vero resoconto è questo» una pochade quella di Porto. Resta quello che ha giurato! La madre di quelle telefonate è perbene: dimostra che non esisteva la Cupola, non c’era un sistema. Ma altri chiamavano, eccome: non lo dice Moggi o Agnelli, ma la Juve - dice la Fazi con Bergamo - «sono i più forti». E serviva la cupola criminale per far vincere i più forti? Vi chiedo una subordinata o principale: ai sensi del 532.6 e 507 per le telefonate nascoste e trovate decisive, anche se il materiale è già sufficiente. Chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste e tanto meno sussiste l’associazione. Tutto il mondo guarda questa vostra sentenza: qui non c’è solo il destino di Moggi, ma il destino di una società come la Juve, che ha più tifosi di tutti, che è un vanto dell’Italia.

10.30 - JUVE REACTION - In quel momento storico c’è la reazione Juve. Primo episodio: il caso Ibra. Viene esibito un filmato Mediaset: tirano fuori la botta di Ibra a Cordoba, tre giornate. Poi il caso Cannavaro: lui ritratto con una flebo lecita, quando giocava nel Parma e fu un can can mediatico. Nessuna attinenza con la Juve: creò un grande disagio. La questione arbitrale era la terza del comunicato: ohibò i protagonisti erano due arbitri della Cupola. Racalbuto e Bertini: Racalbuto dopo Roma-Juve non arbitrava da sette turni, Bertini favorisce il Milan a Bergamo e continua. La Juve chiese di fermare Bertini: uno degli arbitri presunti amici della Juve. E lo fa con un comunicato! Ma attenzione: c’è una telefonata tra Meani del Milan e De Santis...
DE SANTIS-MEANI «Allora io solo ti voglio bene: fa il silenzio stampa, nessuno c’era mai riuscito nella storia del calcio», dice soddisfatto De Santis a Meani e se ne compiace! «E poi mi dicono che sei juventino...» dice Meani. De Santis e Meani si lamentano per la richiesta juventina di sospendere Bertini! Signori, qui il teorema non regge perché non è mai stato messo in piedi. Signori: questa è un’altra telefonata che non c’era.

10.22 - PIENONE - L’Aula 216 ormai è gremita. Fuori piove, ma tanto qui siamo al secondo piano e al coperto: niente rinvii, almeno in aula.
OH FIORENTINA - Bene, allora arriviamo alla questione Fiorentina: gli avvocati Picca e Furgiuele hanno magistralmente spiegato che non ci fu alcuna combine per favorire i viola. Però vi devo far capire quali erano i rapporti di Moggi e Giraudo. Ricordate la frase «pensiamo a salvare la Fiorentina» e De Gregorio ricava la prova contro Giraudo e qui si va contro Moggi per questa frase.
TAROCCOPOLI - Il problema è che qui non ci sono solo le telefonate nascoste, ma anche telefonate TAROCCATE nel fare il brogliaccio. Abbiamo chiesto la trascrizione e la telefonata continua: Della Valle chiama Moggi, nel contesto conta. Ma se è un raffinato criminale non si fa chiamare su un’utenza riservata? No, tutto sul telefono sotto controllo. C’ha la cupola, c’ha la linea riservata e lui si fa chiamare... IL problema è che quella telefonata prosegue: «L’arbitro vi ha fatto un culo...» «Abbiamo fatto casino noi per voi», risponde Moggi. E il problema è che c’è un comunicato stampa della Juve: è la pietra miliare di questo episodio. «Non ti stancare - dice Moggi - più gli rompi il cazzo, magari nella dovuta maniera. Non è lui (Bergamo) che va in campo». «Noi in tutti i modi ci facciamo sentire». «Non per darti dei vantaggi, ma per non farti dare degli svantaggi». Era Fiorentina-Milan: l’arbitro era De Santis e la Juve proclama il silenzio stampa. «Vi ha negato un rigore grosso come una casa». Noi abbiamo protestare, dice Moggi perché è diretto concorrente del Milan per lo scudetto. Ma qui il reato più improbabile del mondo: una sentenza preistorica. E le circostanze si potevano trovare anche allora: c’era un Pregiudizio. Il problema è che quella telefonata è stata tagliata: vediamo come finisce. «Noi per vincere il campionato andiamo a MIlano e vinciamo e voi pensate a salvare la Fiorentina», chiude Moggi. Dice VOI non NOI! Altro che Cupola: questa. Faccio richiesta ai sensi del 523 sesto comma di altre telefonate.

9.51 - FLINSTONES Arrivano in aula Luciano Moggi, Enrico Ceniccola e Massimo De Santis. Parla Trofino: «Mi occuperò della parte finale del reato associativo. Mi riferirò alla condanna in una sentenza preistorica, quella di Antonio Giraudo nel rito abbreviato: il gip ci dice che è un processo indiziario che punta alla prova logica. Bene, ci invita a nozze: si lamentano il giudice De Gregorio e i pm. Il calcio è omertoso, dice in sentenza: niente collaboratori, nessuno che disvela i misteri del calcio. Assegnano l’etichetta dell’omertà ingiusta e aggiunge che l’unico teste è Martino, uno che in 18 ore di udienze si è contraddetto decine di volte. Gli mancavano le fonti dichiarative... E allora arrivano alla loro verità con le loro prove logiche: ma quale calcio omertoso, sono loro che non conoscono la storia. Non c’è stato alcun episodio in cui gli scandali non hanno avuto collaboratori: anche Carbone parlò nel calcioscommesse. Ogni scandalo trova sempre qualcuno e dice tutto: altro che omertà, altro che spessore criminale. E avete sentito i presidenti vi hanno fatto capire che si vendono fumo e tappeti, millanterie: sono i personaggi che sono deboli. Ma di che si lamentano: smentiti dalla storia. E se non ci sono poi certe confessioni è perché non c’è La Cupola. La CUPOla non ha senso e non si trovano episodi per una cosa inesistente.
GIORNALISTI 007 - Qui hanno parlato personaggi per interesse personale: i danneggiati dalla presunta Cupola, sono venuti a giustificare i propri fallimenti, presidenti e allenatori. Contro Moggi è stata messa in piedi una macchina INVESTIGATIVA enorme, con risorse economiche pazzesche. Ci sono state collaborazioni - e arriveremo al processo Telecom con la signora Plateo - col meglio dell’investigazione: Auricchio che va a comandare il Nucleo OPerativo, il reparto che si occupa delle cose più serie! E giornalisti che erano in possesso delle intercettazioni: chiamando testi nelle redazioni per collaborare. Uno convocò Galati facendogli sentire le telefonate. Altri giornalisti collaboravano con gli investigatori. A capo dell’Ufficio Indagini c’era Borrelli. 170 mila telefonate intercettate, carabinieri, procura federale: e cosa resta? Sospetti, frasi di interpretazione dubbia e aperta.
PERFECT WORLD - De Gregorio è preistorico: pensa che tutto nel calcio è perfetto, dove nessuno cerca favoritismi, dove nessuno verifica se qualcuno è amico dell’arbitro. Pensa ai designatori chiusi nella loro torre eburnea, fuori da ogni contatto. E non tiene conto che quel mondo non era e non è perfetto: niente angeli nel calcio, e Moggi da diavolo non poteva campare per 20 anni. Gli incontri coi designatori, che diventano argomenti centrali contro Giraudo. Gli incontri c’erano con tutti, non solo con Moggi e GIraudo. E’ la preistoria è perché c’era chi chiedeva cose molto vietate ai designatori, mentre Moggi quando fa la griglia non chiede di mettere o levare un arbitro: parlano di fascia e fanno la settimana enigmistica delle designazioni. E quella era una telefonata sulla scheda riservata: parlano a ruota libera. Verificano i preclusi e le fasce. Hai studiato? COme la vedi? Decontestalizzano la telefonata, prendono una frase, e si ricama: ma senza elementi indiziari, deduttivi.
VI DE-CONTESTO - E vi dò un esempio di decontestualizzazione: ricordate Jankuloski e la sua espulsione di Udinese-Brescia? De Gregorio punta Giraudo per una telefonata. E’ il 26 settembe 2004. «Se Dattilo è un po’ più sveglio dimezza l’Udinese». Bene, per il gip Dattilo ha parlato con la Juve. Ma l’espulsione arriva su chiamata dell’assistente Camarota, le ammonizioni non creano squalifiche: c’era stato un pugno. E Camerota l’abbiamo sentito qui: «Io ho segnalato il pugno di Jankulovski». Dattilo non ha visto e dopo questo c’è una rissa: nessun altro ammonito ed espulso! Altro che prova di ammonizioni mirate: è esattamente il contrario della tesi dell’accusa. E GIraudo dice a Moggi che Dattilo dorme: c’è una rissa e lui non dimezza l’Udinese che giocherà contro la Juve...


9.53 - L'udienza prende il via alle 9.43 con l'appello della giudice Teresa Casoria.

9.43 - La giudice Casoria procede all’appello. «Si dà atto che c’è il prosieguo dell’arringa dell’avvocato Trofino».


FISCHIO FINALE A NAPOLI, TUTTI COL FIATO SOSPESO di A. Moretti
Dall’albergo che ospita da quasi tre anni gli avvocati di Calciopoli, il palazzo di giustizia di Piazza Porzio si vede bene: riesci pure ad ascoltare, sopra i rumori di fondo di corso Malta, le voci di dentro. Voci che parlano di quello che oggi, il giorno più lungo di Calciopoli, potrebbe e dovrebbe avvenire nell’aula 216 del tribunale. La giudice Teresa Casoria ha dovuto resistere a tutti i marosi possibili, tre ricusazioni in un processo non se le ricorda la memoria repubblicana, e vuole entro oggi chiudere la questione mandando se stessa e le due colleghe a latere - dopo mesi di tensioni e scontri approdati persino al Csm Maria Pia Gualtieri e Francesca Pandolfi - in camera di consiglio per la sentenza.

AVANTI COL LAVORO - Si sa che nei giorni scorsi - a metà settimana, pare - le tre abbiano cominciato a mettere insieme la monumentale mole di documenti e voci e prove ribaltate emerse a correggere l’impostazione dell’indagine prodotta dai pm Beatrice e Narducci (ora entrambi lontani dalla Procura napoletana), con il loro segugio Auricchio dal settembre 2004 a tutto il 2007. Vogliono arrivare alla sentenza oggi: occhio, sono 24 gli imputati e solo leggere tutti i capi d’imputazione e le decisioni occuperà una mezzoretta. Raisport 1 ha già messo in campo le forze per una diretta dell’avvenimento da Napoli, Roma e Torino. A sentenza a tutti i costi, per evitare uno slittamento non già al 15 (c’è sciopero degli avvocati) ma al 22: anche gli uffici della IX sezione del tribunale sono allertati anche per un lavoro da protrarre fino alla tarda serata, addirittura notte.

INCERTEZZE - L’incertezza è dovuta - essenzialmente - alla durata e al contenuto di due attesissimi interventi finali (e delle eventuali controrepliche di altri legali): chiude la sua decisiva arringa Paolo Trofino , per Luciano Moggi , e l’annunciata replica ad alcuni avvocati del pm residuo (visto che i promotori dell’indagine sono tutti altrove: chi all’Antimafia, Beatrice, chi nelle giunta napoletana, Narducci e Auricchio), Stefano Capuano . Qualcuno sostiene che nell’ora prenotata, il pm possa chiedere l’inserimento e il vaglio di nuove fonti di prova: la Casoria nell’ultima udienza ha tagliato corto anche coi difensori. Nel collegio le idee si stanno chiarendo: pesa nelle considerazioni di qualcuna il giudizio dell’abbreviato del dicembre 2009 (l’appello slitterà dal 16 novembre a data da destinarsi). E’ stato un giudizio parzialissimo, sconvolto dagli esiti del dibattimento (e su quelle si baseranno le difese in appello), ma è pur sempre una sentenza.

DIBATTIMENTO FATALE - Capuano, però, sa che il dibattimento nell’aula 216 per l’accusa è stata una mezza via crucis, a partire dalla testimonianza iniziale di certo Carbone , quello che di mestiere annunciava di essere un aggiustatore di partite («ma negli anni Ottanta», celiò la Casoria nel 2009), per finire ai contorcimenti di Nucini , ai colpi di tosse abortiti da Manfredi Martino , alle contraddizioni di Auricchio (e Baldini ), alle nuove telefonate sparite e poi riapparse per merito della difesa, ai teoremi non suffragati dai numeri (ammonizioni preventive) o addirittura agli sbugiardamenti ( Paparesta : «Non fui rapito»). Con il cavallo di razza delle sim svizzere, mai intercettate, e i cui tabulati sono stati acquisiti (testimonianza del maresciallo Nardone ) sconfinando in Svizzera senza rogatoria (nullità sicura in Cassazione). Il finale riserverà altre sorprese, però: Trofino potrà portare la testimonianza della signora Plateo al caso Telecom («spiavano anche la Juve e Moggi») per spiegare il perché delle sim; ma si concentrerà sul teorema del salvataggio della Fiorentina. Una telefonata Mencucci-Mazzini in cui emerge il ruolo decisivo del ds Corvino («presto sarà da noi»), allora plenipotenziario del Lecce (e Lecce-Parma è un caposaldo della Cupola narducciana ereditata da suo malgrado da Capuano). Ma anche De Santis che al telefono con Meani si vanta di aver scatenato il silenzio stampa juventino: proprio la sua ostinazione a non cambiare giudizio su Ibra fece scattare la prova tv che estromise Zlatan dal match-scudetto del 2005...

OH FIORENTINA - La questione Fiorentina è simbolica: Penta e gli avvocati hanno scoperto con sconcerto che telefonate inserite nelle informative sono “tagliate” al punto giusto da eliminare fraseggi decisivi. Come quello di Moggi che dice a Della Valle : «Noi andiamo a vincere a Milano, voi pensate a salvare la Fiorentina da voi»... Il contrario del teorema: bastava ascoltare altri 30 secondi di telefonata. Di tagli ad hoc, telefonate occultate, baffi ignorati, testimonianze trascurate (come non ricordare Coppola che parlava di Inter zittito dai carabinieri?) d’altronde è piena questa storia. Che dal dicembre 2009 ha vissuto il vero controribaltone, tanto per fare il verso ad una celebre telefonata profetica di Franco Baldini a Mazzini. Fare previsioni sulla sentenza è difficile, la smentita dei fatti dietro l’angolo; quel che è certo e che nessuna sentenza potrà cambiare è che - piaccia o non piaccia - Calciopoli non era Moggiopoli. Calciopoli era un’altra cosa rispetto a quella realtà vista dal buco della serratura che ci hanno mostrato nel 2006. Solo il processo, solo il gioco ad armi pari del dibattimento tra accusa e difesa ha consentito di aprire la porta e rivedere il calcio italiano per quello che era allora. Con tanti protagonisti che al potere ci sono ora, grazie a quelli mandati al macero allora. La sentenza di Calciopoli, però, se arriverà quando sarà buio, per qualcuno sarà la notte dei morti viventi.

 

Calciopoli, Moggi condannato a 5 anni e 4 mesi
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