Sport -
Juventus
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Scritto da Roberto
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Martedì 17 Gennaio 2012 11:01 |


Il tecnico è l’unico in grado di far capire a chi veste la maglia bianconera che ci si può fermare solo davanti a un titolo. Fino a quel momento c’è tempo solo per pedalare.
TORINO - La mentalità si costruisce giorno per giorno, parola per parola, cazziata per cazziata. Lo sa bene Conte, che di giorni alla Juventus ne ha passati tanti e ha ascoltato le parole (e le cazziate) di Trapattoni, Lippi e Ancelotti. E sa pure, il tecnico bianconero, che lasciarsi prendere dall’euforia o anche solo dalla soddisfazione per il primo posto solitario sarebbe un errore clamoroso. Le Juventus di cui ha fatto parte vivevano il primato in classifica come una condizione piuttosto normale, da vivere senza particolari emozioni. Piuttosto erano pareggi casalinghi contro il Cagliari di turno che potevano creare scompiglio nell’abiente e qualche urlaccio da parte dell’allenatore. Tant’è che nella Juventus prima in classifica, ieri mattina a Vinovo, si è parlato solo ed esclusivamente di tutto quello che non ha funzionato a dovere nella ripresa contro il Cagliari. Scontato? Mica troppo, perché se prima questa era l’abitudine, dopo è andata via via perdendosi, negli anni che sono seguiti a Calciopoli. La disperata ricerca del ritorno in alto ha fatto perdere la bussola alla Juventus che ha smarrito alcuni punti di riferimento fondamentali. Al di là di scelte tecniche quantomeno opinabili, degli strafalcioni di mercato, della sfortuna o del numero incredibile di infortuni, gli insuccessi degli ultimi cinque anni vanno cercati anche nello sgretolamento di quella mentalità vincente che nessuno, tra chi stava in società o sedeva in panchina, ha saputo rinverdire e coltivare con la dovuta applicazione e la necessaria rabbia. Sì, rabbia, quella che anima in modo naturale Conte, l’unico in grado di far capire a chi veste la maglia bianconera che ci si può fermare solo davanti a un titolo. Fino a quel momento c’è tempo solo per pedalare. Ma solo lui ha il carisma e la credibilità per gridarlo a tutti i giocatori della rosa, nessuno escluso.
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Sport -
Juventus
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Scritto da Roberto
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Lunedì 16 Gennaio 2012 10:29 |


Conte: «La partita si era messa subito bene, abbiamo avuto delle occasioni per raddoppiare ma bisogna essere bravi e cinici a mettere in freddo il risultato».
TORINO - "La partita si era messa subito bene, abbiamo avuto delle occasioni per raddoppiare ma bisogna essere bravi e cinici a mettere in freddo il risultato". Il tecnico della Juventus, Antonio Conte, è dispiaciuto solo del risultato che ha visto il Cagliari pareggiare a Torino 1-1, ma allo stesso tempo loda i suoi per l'impegno messo in campo. "Il gol loro subito all'inizio del secondo tempo ci ha gelati e abbiamo avuto difficoltà . Andiamo avanti sapendo delle difficoltà che abbiamo, non ci saranno partite facili per noi". Mancano dei cambi? "Andiamo avanti con il gruppo che ho a disposizione - aggiunge ai microfoni di Sky Conte - abbiamo cercato di cambiare la partita dando più linfa ai tre davanti. Oggi non siamo riusciti a vincere ma a livello di impegno non possiamo rimproverarci niente", Se c'e stata della presunzione da parte della Juve? "non credo - chiude il tecnico della Juventus - ci sia stata, non ho visto questo, da parte nostra c'è sempre grande umiltà ". IL RECORD - Conte in conferenza stampa: «Il record d’imbattibilità da inizio stagione è già qualcosa che è scritto nella storia, ma i pareggi non si festeggiano. E questo risultato è una delusione. De Ceglie ha fatto una grande partita. Del Piero e Krasic hanno avuto occasioni importanti. La Juve va meno forte fisicamente? Beh, la vittoria a Lecce va rivalutata vista la vittoria di Cosmi a Firenze, e il Cagliari ha battuto 3-0 il Genoa che oggi ha vinto con l’Udinese. Erano due avversarie in forma. Il lavoro a Dubai credo sia un luogo comune: noi abbiamo corso più del Cagliari, preso il gol dell’1-1 è stato più semplice e meno faticoso per loro. Vanno ritrovate situazioni tattiche e automatismi: insomma, bisogna lavorare. Un calo mentale? Una Juve più rilassata? Può essere tutto. Ora la patata ce l’abbiamo in bocca e abbiamo abituato tutti bene… Io e Krasic non ci capiamo – e scoppia a ridere in conferenza -? Ma dai! No, è un nostro giocatore. E’ un peccato, ci poteva far vincere la gara e poteva fare di me il grande stratega… Ce la sta mettendo tutta».
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