Matri e Barzagli: «Ora siamo davanti e vogliamo restarci fino in fondo»
PALERMO - Quagliarella parla dopo il successo della Juve a Palermo: «Io mi faccio trovare pronto, che si tratti di 15', un tempoo tutta la gara. Io sto cercando di riconquistare la Nazionale e il mio obiettivo è quello di essere tra i selezionati per l'Europeo».
MATRI - L'analisi di Matri: «Abbiamo sempre comandato il gioco, anche se siamo riusciti a centrare il gol solo nela ripresa. Da qui alla fine tutte le partite sono fondamentali. Ma noi vogliamo giocare il nostro ruolo fino in fondo».
BARZAGLI - Barzagli sull'imbattibilità della difesa: «Il merito è di chi ci gioca davanti, che ci fa arrivare così poco lavoro». «L’obiettivo prima di giocare contro il Palermo era vincerle tutte e questo deve rimanere. Non sarà facile, ma ormai siamo lanciati ed è giusto provarci -dice ancora Barzagli- Siamo arrivati a sette partite dalla fine con un punto di vantaggio ora giochiamocela. Sarà uno sprint finale duro, ma ce la metteremo tutta. Noi favoriti? Una settimana fa si diceva il contrario. Prima dell’Inter eravamo staccati di sette punti... Questa è la dimostrazione che non si deve mollare di un metro». Sul gol di Amauri a San Siro: «Ci ha fatto un bel regalo - sottolinea Barzagli - Noi avremmo dovuto vincere comunque. E’ una settimana che abbiamo quell’idea fissa, indipendentemente dal risultato del Milan. La loro sconfitta ci ha caricato, ma non è cambiato molto rispetto a quando dovevamo giocare distanziati di sette punti». Il primato: «Parte dal ritiro, dal duro mese di preparazione che abbiamo affrontato. Siamo cresciuti molto come squadra e negli ultimi mesi siamo migliorati anche nelle sfide importanti. Ora mancano sette partite, rimaniamo super concentrati».
«Abbiamo un calendario più difficile e impegnativo dei rossoneri, ma qualcosa nelle gerarchie è cambiato»
PALERMO - "Io preferisco stare davanti, ora non dipendiamo da niente e nessuno. Siamo stati bravi ad approfittare dei due stop del Milan. Mancano sette partite alla fine, abbiamo un calendario più difficile e impegnativo dei rossoneri, ma qualcosa nelle gerarchie è cambiato". Antonio Conte commenta così ai microfoni di Sky Sport la vittoria della Juventus a Palermo e il primato in classifica.
"Ora - aggiunge il tecnico - siamo una squadra che ha acquisito consapevolezza e autostima. Il grande lavoro fatto ha dato dei risultati. Oggi abbiano giocato bene, anche nel primo tempo, quando meritavamo già di andare in vantaggio. Giochiamo un buon calcio offensivo e rischiamo poco. Devi fare i complimenti a tutta la squadra, straordinaria per impegno e applicazione". Conte conclude sottolineando che la cosa che inorgoglisce di più lui e la squadra è "l'essere arrivati a questo punto del campionato primi in classifica e ancora imbattuti".
LA 'BICICLETTA' - «Ora però non siamo a inizio campionato, abbiamo acquisito personalità e consapevolezza. Quindi, come ho detto ai ragazzi, “Abbiamo voluto la bicicletta? Ora pedaliamo fino alla fine. Anche nel primo tempo avremmo meritato di passare in vantaggio. E’ bello il fatto di essere propositivi, rischiando pochissimo. Questo è merito della grande applicazione dei ragazzi. Ritrovarci in testa alla classifica a questo punto del campionato, ancora imbattuti è davvero motivo di orgoglio. Il Palermo ci ha concesso il comando delle operazioni, chiudendosi con cinque giocatori dietro. Centralmente c’erano pochi spazi e abbiamo faticato a capirlo, poi siamo stati bravi a venirne fuori. Alla fine del primo temo ho detto ai ragazzi di averli visti un po’ troppo precipitosi. Loro hanno la voglia, che capisco, di mettere subito in discesa la partita, ma essere cresciuti e continuare a farlo, vuol dire anche saper aspettare. Complimenti al Palermo che ha dimostrato grande spirito, ma siamo stati bravi noi. Mi spiace per Zamparini, che stimo, ma oggi era la nostra giornata».
MENTALITA' - "La mentalità della mia Juve e' disarmante! -dice poi in conferenza- Che gruppo e per la prima volta molti giocatori vivono una volata del genere. In ogni caso la nostra imbattibilita' dopo 35 partite e' roba che capita dopo anni e anni, abbiamo raggiunto la fenomenale squadra di Capello. Ora siamo primi e arrivarci alla 31ª giornata e' incredibile".
Convenzione alla mano, il sindaco Zedda smaschera le bugie del presidente del Cagliari!
Avevate dubbi? Toglieteveli. Se lo stadio Sant’Elia è chiuso, fatiscente, addirittura per qualcuno “pericolante”, la responsabilità è tutta e solamente del Cagliari Calcio e del suo presidente, Massimo Cellino.
Ci sono le opinioni e poi ci sono i fatti. E i fatti si nutrono di atti incontestabili. La convenzione che regola i rapporti tra la società sportiva e l’amministrazione comunale non lascia spazio ad alcun dubbio. Leggetela bene, perché è la dimostrazione di uno scandalo. Bastano tre soli articoli a smontare il castello di bugie costruito da anni da Cellino e dalla solita stampa compiacente. I calcinacci che cadono dalla vecchia struttura mettono in pericolo gli spettatori? E chi deve intervenire, il Comune o il Cagliari?
Articolo 20 – manutenzione vie di esodo La società Cagliari Calcio Spa si impegna ad adottare tutti gli accorgimenti e le opere necessarie a tenere in sicurezza le attuali strutture dello Stadio, assicurando le vie di esodo sia delle vecchie strutture che delle nuove, con opere di manutenzione si ordinaria che straordinaria; quindi tutti gli oneri relativi agli ingressi sono a totale carico della Società Cagliari Calcio Spa.
Il Cagliari doveva tenere lo stadio in perfette condizioni. Peraltro (e questo è uno scandalo nello scandalo) proprio in virtù di questa richiesta, la convenzione del 2002 aveva dimezzato il canone di concessione richiesto alla società. Cioè, siccome il Cagliari doveva occuparsi in tutto e per tutto della manutenzione ordinaria e straordinaria dello stadio, il Comune aveva ridotto il canone annuale da 92.800 euro a 50 mila. Oltre 500 mila euro di risparmio per Cellino. Che ora ha pure il coraggio di accusare il Comune di Cagliari di inadempienza.
E la Curva Sud? Sapete perché è chiusa? Perché il tabellone luminoso è pericolante. Sì, avete capito bene: pericolante. E del tabellone luminoso chi si deve occupare?
Articolo 25 – tabellone luminoso La società Cagliari Calcio Spa si obbliga a mantenere in perfetta efficienza il tabellone luminoso già esistente allo stadio Sant’Elia, rendendolo perfettamente funzionante, ed a curarne la manutenzione ordinaria e straordinaria per tutta la durata della convenzione.
Per riaprire la Curva Sud è necessario che il Cagliari rimuova il tabellone elettronico, peraltro guasto da anni senza che Cellino faccia nulla per rimetterlo in funzione, in spregio tale alla convenzione e ai tifosi.
E il Cagliari può giocare lontano dal Sant’Elia le sue gare interne? Ovviamente no.
Articolo 3 – Utilizzo La Società Cagliari Calcio Spa, per sua partesi impegna, per 11 anni, a far disputare alla propria squadra tutte le partite di Campionato, amichevoli, di qualsiasi Coppa, Tornei Nazionali ed Internazionali, nonché gli allenamenti che si effettueranno nelle ore diurne e notturne.
Basta, ce n’è abbastanza. Queste non sono opinioni, sono fatti. E non si può più fare finta di niente. E perché Cellino si stia comportando così è evidente: vuole far ricadere le colpe sul Comune per ottenere uno sconto sui consistenti crediti dovuti all’amministrazione. Lo ammette lo stesso Cagliari Calcio nel fax inviato in via Roma appena martedì scorso, nel quale si comunicava la decisione di giocare a Trieste la gara con l’Inter, e si puntualizza che “è evidente che codesto Comune sarà chiamato a rispondere di ogni conseguenza pregiudizievole e sarà richiesto il risarcimento di tutti i gravissimi danni già subiti e subendi”.
Ma con lo spostamento della gara a Trieste (chiesto dal Cagliari alla Lega Calcio e non viceversa come qualcuno vorrebbe fare credere), Cellino non cerca solamente di risparmiare su quanto deve anche al Comune (già oltre tre milioni di euro). Dietro la decisione si cela (come ha ammesso il Cagliari Calcio) una “strategia aziendale”. Cioè, secondo il sindaco Zedda, fare incassi maggiori di quelli possibili al Sant’Elia, non perché il nostro stadio ha ora una capienza ridotta ma perché a Trieste sarebbe molto più facile attirare i tifosi dell’Inter e della Juve, due squadre che ora dovranno affrontare il Cagliari. Alla faccia dei tifosi sardi e degli abbonati.
La convenzione è stata data ai giornalisti ieri pomeriggio dal sindaco Zedda nel corso di una conferenza stampa (in alto trovate la prima parte, qui anche la seconda e la terza). Mai visto così determinato il sindaco. Preciso, incalzante, duro.
Zedda è stato chiaro: se Cellino non riporta subito la squadra a Cagliari il Comune si troverà costretto a stracciare la convenzione e chiedere i danni alla società sportiva. “Questo non vuol dire che i rossoblù non potranno giocare più al Sant’Elia”, ha precisatoil sindaco, “ma solo che per farlo dovranno affittare lo stadio. Pagando ovviamente in anticipo”.
Zedda però è stato anche propositivo, rilanciando l’ipotesi della costruzione dello stadio nell’area di via San Paolo. “I tecnici del Comune sono pronti ad incontrare quelli del Cagliari. Se Cellino vuole veramente realizzare il nuovo stadio, noi siamo pronti a discutere con lui in tempi rapidissimi”.
Cellino adesso non ha più scuse, Zedda lo ha messo in un angolo. La posizione del Cagliari Calcio è indifendibile. Certo, poi ci sono i giornali amici, i professionisti dell’inverosimile pronti a negare l’evidenza e a raccontare una realtà che non esiste, a trasformare fatti inoppugnabili in semplici opinioni. Ma i cagliaritani sono stanchi e alle bugie iniziano a non crederci più.