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Nov
14
2011
Scritto da Roberto Ultimo aggiornamento (14 Novembre 2011)
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Juventus

 

Agnelli-DelPiero

 

Il presidente bianconero: «Lui e il club sono una cosa sola e questo si può dire solo di lui, Boniperti, Platini e pochissimi altri»

 

TORINO - "Le porte della Juventus e del mio ufficio saranno sempre aperte per Alessandro Del Piero. Lui e la Juventus sono una cosa sola e questo si può dire solo di lui, Boniperti, Platini e pochissimi altri". Il presidente bianconero Andrea Agnelli, questa sera a Parma dove ha ritirato il premio 'Sport e lavoro', è tornato sul prossimo addio alla 'Vecchia Signora' del suo uomo-simbolo. "Si sono date - ha precisato - diverse interpretazioni a quanto ho detto durante l'ultima assemblea degli azionisti. In realtà, eravamo già d'accordo che quello firmato lo scorso anno fosse l'ultimo contratto di Del Piero con la Juventus e la mia unica volontà era regalargli il miglior tributo possibile". "Proprio Parma mi ricorda - ha proseguito Andrea Agnelli - quella partita, al primo anno di Alessandro in bianconero, quando dopo avere segnato uno dei tre gol invece di esultare indicò chi gli aveva dato l'assist. Ebbene, quel gesto - ha concluso il presidente bianconero - la dice lunga su che tipo di campione sia Del Piero".

 

 

Agnelli: «Porte della Juve sempre aperte per Del Piero»



Nov
14
2011
Scritto da Roberto Ultimo aggiornamento (14 Novembre 2011)
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Juventus

 

Agnelli

 

Il presidente della Juve ha commentato così il ricorso al Tar della società bianconera

 

TORINO - Il ricorso al Tar "è semplicemente il follow up, la prima delle sette azioni che avevamo annunciato in agosto". Lo ha detto il presidente della Juventus Andrea Agnelli, oggi a Parma per ritirare il premio 'Sport e lavoro'. "La nostra - ha spiegato - è un'iniziativa tesa a verificare gli atti amministrativi compiuti dalla Federazione nel 2006 e nel 2011. Abbiamo bisogno di chiarezza con la Figc: o si è sbagliato prima, o si è sbagliato dopo. Il nostro atto - ha aggiunto Andrea Agnelli - è rivolto verso chi ha giudicato. L'Inter? È un danno collaterale". Alla critica del presidente della Figc, Giancarlo Abete, che ha giudicato inopportuno depositare il ricorso nel giorno della consegna del premio Giacinto Facchetti, Agnelli replica: "Alcune istituzioni hanno l'abitudine di far trascorrere i termini, altre no".

 

 

 


Nov
14
2011
Scritto da Roberto Ultimo aggiornamento (14 Novembre 2011)
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Juventus

 

Platini

 

 

MILANO - Sono stati due simboli di due diverse Juventus, entrambe vincenti in Italia e nel mondo. Michel Platini commenta l'annunciata fine carriera in bianconero di Del Piero con un pò di malinconia. "Sarebbe un peccato se Del Piero, che è una bandiera della Juve, partisse - ha detto a margine della cerimonia del premio Facchetti a Milano - mi farebbe male". Platini ha proseguito dicendo che "italiani hanno problemi per lasciare il calcio. Per quanto riguarda la vicenda tra Del Piero e la Juventus è un fatto loro. Ognuno deve decidere quale è il suo momento. Se uno si sente bene...". Non si sbilancia, Platini, sulle possibilità di scudetto della Juve. "Questo è l'anno buono per cosa? Ci sono tanti anni buoni nel passato. Sarà il campo a decidere, la Juve ha buona squadra e bello stadio, vedremo se sarà migliore delle altre squadre".

RECORD TRE PALLONI D'ORO SARA' SUPERATO - Presto Lionel Messi potrebbe eguagliare il suo record di 3 palloni d'oro, ma l'ex fuoriclasse della Juventus Michel Platini, oggi presidente della Uefa non fa drammi. "I record sono fatti per essere battuti e questo sarà superato in futuro - ha osservato Platini - io sono arrivato alla Juventus a 27 anni ma se fossi arrivato a 13 anni come Messi al Barcellona forse ne avrei vinti di più. Però mio nonno si era trasferito in Francia e ora non posso certo fargli causa in tribunale... ". Ricevendo il 'Premio Facchetti' nella sede della Gazzetta dello Sport, Platini si è lasciato andare a diverse battute di spirito, anche su Giovanni Trapattoni, suo ex allenatore alla Juventus e oggi ct dell'Irlanda. "So che stanno già prenotando un albergo in Polonia perchè pensano di essere già qualificati agli Europei - ha raccontato - Il Trap è un giovanotto, con lui non puoi discutere, lui sa tutto". Aveva ragione anche quando chiedeva a un giovane Platini di pensare più alla difesa che all'attacco? "In quel caso - ha sorriso il francese - il Trap non sapeva".

'NEL MONDO C'E' CRISI, ASSURDE PERDITE CLUB' - Caustico come quando era giocatore, il presidente dell'Uefa attacca sul fair play finanziario. "Oggi che nel mondo tutti stringiamo la cinta - ha spiegato Platini - non capisco perchè le società di calcio debbano avere tanti debiti. Non bisogna spendere più soldi di quelli che guadagniamo. Il calcio professionistico ha 1 miliardo 400 milioni di perdite annue. C'è stato un coglione, io, che ha detto che era ora di smetterla". Platini, parlando delle perdite dei club, ha aggiunto di aver parlato "con tutte le grandi famiglie del calcio italiano e con i politici. Tutti sono d'accordo di fare qualcosa. Bisogna dire basta a quello che c'è. Gli incassi sono diversi da paese e paese, dunque abbiamo fatto una legge che ha valore morale molto importante. Attraverso i conti dei club vedremo cosa non funziona".

PREMIO FACCHETTI A PLATINI, UN ETERNO RAGAZZO - "Un eterno ragazzo che dopo aver incantato la Francia e l'Italia con le sue giocate meravigliose e la capacità di non prendersi troppo sul serio, ha saputo reinventarsi dirigente sportivo di altissimo profilo senza perdere il gusto dell'ironia della 'giocata' spiazzante, stavolta nel campo delle idee". È un passaggio della motivazione con cui il sesto 'Premio internazionale Giacinto Facchetti - Il bello del calcio' è stato consegnato al presidente della Uefa Michel Platini. "Dopo aver esaltato i tifosi della Juventus senza mai risultare antipatico agli altri, circostanza che da sola lo rende un felice alieno, il suo impegno all'Uefa - si sottolinea nella motivazione - è ora animato da una spinta propulsiva trasparente, il bene del gioco inteso come patrimonio comune da preservare e sviluppare per le generazioni future".

PLATINI, UN ARBITRO NON BASTA MA NO A TECNOLOGIA - No alla tecnologia nel calcio, sì agli arbitri di porta. Il presidente della Uefa Michel Platini ribadisce la sua tesi riservando qualche frecciata al numero uno della Fifa Joseph Blatter. "Non so se Blatter farà passare l'esperimento degli arbitri di porta. Per forza non è convinto, non è un'idea sua... - ha sorriso Platini - per me è una buona idea, sono contro la tecnologia nello sport, il calcio deve restare un mondo umano e gli arbitri devono essere aiutati a prendere buone decisioni ma la giustizia non viene nè dalle telecamere nè dalle televisioni".



 


Nov
14
2011
Scritto da Roberto Ultimo aggiornamento (14 Novembre 2011)
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Notizie varie

 

5Maggio

 

Articolo tratto da un Forum:

 

La storia dell’inter, dedicata agli interisti (mai stati onesti) per ricordare ogni volta che scrivono degli altri, quello che in realta’ sono loro. Qualcuno direbbe che sono notizie prese da blog di parte, anti interisti, ma non e’ cosi’. Sono fatti realmente accaduti, a voi le valutazioni.


- 1910 SPAREGGIO PER LO SCUDETTO INTER-PRO VERCELLI. Quell’anno la federazione scelse in prima istanza una data per lo spareggio scudetto e guarda caso in quella data tutta la squadra titolare del Pro Vercelli era gia’ impegnata con la nazionale militare. Il Pro Vercelli chiese ovviamente lo spostamento della gara, la Federazione intervenne dicendo che si poteva spostare solo se l’Inter accettava. L’Inter rispose di no e la federazione mantenne la prima data stabilita. Il Pro Vercelli per l’indignazione al vergognoso gesto della federazione edell’inter, mando’ in campo la 4 squadra, i bambini di 11 anni. L’inter, ovviamente vinse 10-3 riuscendo a prendere anche 3 gol dai bambini di 11 anni, ma vinse lo spareggio. Questo e’ il primo scudetto interista.


- 1922 SALVEZZA A TAVOLINO. In quell’anno l’inter arrivo’ ultima in classifica con meno punti, meno gol fatti e piu’ gol subiti. Alla fine del campionato, invece di far salire le squadre promosse e retrocedere quelle arrivate ultime come da regolamento, la federazione cambia e decide che quell’anno, ma solo quell’anno, si dovevano introdurre i play out. All’inter, viene assegnata come avversario l’Alta Italia, squadra pero’ gia’ fallita da settimane per cui vince gli scontri diretti a tavolino.


- 1961 ULTIMA DI CAMPIONATO. La gara di Juve-Inter del campionato di quell’anno, viene sospesa perche’ il pubblico aveva sfondato le recinsioni. La federazione decide di recuperare quella gara alla fine del campionato con la Juve gia’ vincente per il campionato con 3 punti di vantaggio sull’inter perche’ la vittoria valeva 2 punti. L’inter protesto’ perche’ non voleva la ripetizione della gara, ma bensi’ la vittoria a tavolino, pretesto stupido in quanto come gia’ detto la vittoria valeva 2 punti e la Juve era prima con 3 punti di vantaggio e l’inter per protesta manda in campo la primavera perdendo 9-1.


- 1960-1968 PERIODO HERRERA – ANGELO MORATTI E LE FAMOSE PILLOLE NEL CAFFE’. In quegli anni un ex Ferruccio Mazzola, racconta del doping nella grande Inter e chiama in Tribunale di Roma tutti i campioni di allora. Ferruccio Mazzola riserva della grande Inter, racconta che Helenio Herrera sperimentava queste pillole con le riserve prima, di cui lui faceva parte, per poi passare alla squadra titolare. Le pasticche andavano prese sotto la lingua e un giorno, quando l’allenatore gli la diede, suo fratello Sandro gli disse che se non la voleva prendere doveva andare in bagno e gettarla. Molti usavavno questa pratica per evitare di assumerle, ma quando Herrera si accorse che quasi tutte le sputavano, si mise a scioglierle nel caffe’ e da allora il caffe’ di Herrera divenne una prassi all’Inter. Quelle pasticche dice Ferruccio contenevano anfetamine e portarono una serie di morti strane. Armando Picchi, Marcello Giusti, Carlo Tagnin, Mauro Bicicli, Ferdinando Miniussi e altri meno famosi. Ferruccio scrisse anche un libro sull’argomento, l’inter querelo’ la casa editrice chiedendo un risarcimento danni milionario, ma poi fu tutto archiviato e il Tribunale condanno’ l’inter al pagamento delle spese processuali. Dopo il libro, i rapporti tra Ferruccio e il piu’ famoso fratello Sandro i rapporti si incrinarono e Sandro disse al fratello che i panni sporchi si dovevano lavare in famiglia e tutt’ora i due sono come due estranei.

 

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Nov
12
2011
Scritto da Roberto Ultimo aggiornamento (12 Novembre 2011)
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Notizie varie

 

Italia-Polonia

 

 

Il ct azzurro: «È una squadra unita che lotta per lo stesso obiettivo. Oggi abbiamo confermato i passi avanti. Siamo stati bravi ad andare in vantaggio. Il primo tempo non è stato facile, più semplice la ripresa». Montolivo: «Vittoria per Rossi e Cassano»

 

 

BRESLAVIA - Un sorriso per sè, e uno per l'Italia. Cesare Prandelli non si tiene tutta per il suo azzurro la vittoria in Polonia e la bella serata azzurra: «È un momento difficile per il Paese, noi possiamo fare la nostra piccola parte. Ora stiamo uniti, tutti, come questa squadra», è il pensiero, anche in vista del possibile passaggio dal presidente Napolitano, martedì. «Ho detto ai ragazzi, prima del fischio, che ci tenevo particolarmente a queste due partite - spiega il ct - e non solo per il calcio. Pensavo anche al momento del Paese: spesso si accusano i giocatori di esser viziati, ho detto loro stasera 'siate generosi'. E credo che tutti insieme abbiamo regalato un sorriso a chi ci seguiva dall'Italia». Quanto al campo, dopo il 2-0 alla Polonia, gli elogi sono ovviamente per Balotelli. «Questa bella prova di Balotelli può contare molto perchè, al di là del gol, Mario ha giocato un'ottima partita. Dal suo gol abbiamo fatto noi la partita, meritando poi di vincere. Complimenti a lui ed alla squadra», è il commento a botta calda. «Se dà continuità a serate come queste, Balotelli diventerà determinante per la Nazionale. Decisivo subito dagli Europei? Ne sarei ben felice», aggiunge. Perchè le ambizioni di Supermario vanno di pari passo con quelle della Nazionale. «Non mi preoccupa alzare sempre di un po' l'asticella, anzi, questo deve essere il nostro obiettivo: fare sempre qualcosa di più. E stasera siamo stati bravi anche nel cambiare modulo», dice, promuovendo a pieni voti la squadra che doveva superare le assenze di Cassano e Rossi e soprattutto quel che ciò significa sul piano della manovra. «Dobbiamo migliorare molto sulla costruzione del gioco», spiega, facendo il paragone tra Cassano-Rossi e il nuovo attacco: «Antonio fa un gioco diverso - spiega il ct - viene spesso incontro al centrocampo per giocare palla. Ma Balotelli stasera è stato molto bravo, è stato in partita per 90'. Quanto alla squadra, la partenza è stata difficile, restavamo troppo bassi di fronte al loro pressing: ma sono felice per come poi abbiamo reagito e svolto la partita». «Ancora una volta non abbiamo preso gol, ed è importante mantenere certi equilibri - dice ancora Prandelli -. I ragazzi hanno interpretato bene la partita, loro sono partiti forte ma noi li abbiamo contenuti, poi abbiamo trovato certi equilibri ed abbiamo interpretato bene il modulo. Nel primo tempo c'era troppa distanza fra le punte».


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