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Apr
23
2012
Scritto da Roberto Ultimo aggiornamento (23 Aprile 2012)
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( 1 Voto )

Juventus

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I bianconeri vincono 4-0 con una prova brillante: doppietta di Vidal (4' e 8'), Pirlo (29') e Marchisio (52') firmano il successo che lancia la squadra di Conte a +3 sui rossoneri.

 

TORINO - Un dominio assoluto, indiscutibile: 4 e a casa, tanto per parafrasare l’antico nemico Francesco Totti, la Juve travolge di slancio una Roma davvero bizzarra presentata dall’impresentabile Luis Enrique senza Totti e con l’impalpabile Perrotta. E’ una vittoria pesantissima, quella che porta a casa anche per Conte, il suo condottiero, la Juventus: allungo deciso sul Milan impigliato in un bruttissimo pareggio col Bologna in casa. Il filo interrotto dalla morte di Morosini (bello il minuto di silenzio romanisti e juventini, in rosa, tutti mescolati a metà campo) viene ripreso senza problemi: vincere si doveva per balzare a più 3 sul Milan (che poi è un più quattro, visto il vantaggio degli scontri diretti coi rossoneri) e s’è vinto. Il sesto sigillo consecutivo, con un solo gol al passivo (quello di Mauri in Juve-Lazio). La Juve scavalca l’ultimo ostacolo aalto del suo finale di campionato: cinque turni non da gestire, ma da aggredire. Con la certezza di essere la formazione più in palla, con gambe più fresche e tanti protagonisti al top della forma.
Quella contro una Roma che Luis Enrique presenta cercando di mandare Perrotta sulle piste di Pirlo e senza Totti è stata una partita sensazionale da subito: pressing feroce e difesa romanista in tilt (con De Rossi chiamato a fare da guardaspalle a Kjaer, con ai lati gli imberbi e travolti Rosi e Angel). La manovra avvolgente della Juve trova subito il varco: in 8’ Vidal fa doppietta in percussione da destra. Prima di sinistro, poi un destro diagonale implacabile ed è già 2-0. Non basta alla Juve: Marchisio sfonda spesso e volentieri a sinistra, assistito dalla gamba di De Ceglie. Penetrazione e Stekelenburg tocca col ginocchio Marchisio: rigore sì (il secondo e ancora una volta ininfluente, nel campionato), ma anche un’espulsione un po’ eccessiva. Pirlo batte il rigore, che il subentrato Curci para, ma Pirlo stesso fa tap in: 3-0. Ripresa con Luis Enrique che cerca solo di limitare i danni, ma la Juve fa spettacolo e un colpo di tacco di Vucinic addomestica un cross di De Ceglie per la botta di Marchisio: 4-0. La Roma prova Lamela, Bojan, ma in dieci è come giocare al gatto col topo per la Juve. Dentro Del Piero, Giaccherini e Borriello, per far rifiatare Vidal, Vucinic e Quagliarella. Perché mercoledì c’è Cesena-Juve, mentre il Milan se la vede col disperato Genoa.
La Roma? Beh, una squadra davvero poco credibile specie in trasferta, dove prendere caterve di gol è ormai una tradizione rispettata. Con evidenti incapacità di Luis Enrique di imporre ai suoi uomini qualsivoglia cambiamento: una squadra che non cresce. Anzi. E con la chicca dello sputo di Lamela a Lichtsteiner al 39’ della ripresa che può costare tre turni di prova tv.
La partita è davvero incredibile, perché uno Juve-Roma risolto così dopo meno di un’ora, trasformando il finale in un allenamento non si ricorda a memoria d’uomo. Neanche quel “4 e a casa” di Totti a Tudor era stato così semplice. Di certo le voci di coinvolgimento di Conte nella vicenda Carobbio hanno provocato la reazione immaginata dal tecnico bianconero: l’unica cosa destabilizzata è la classifica che vede la fuga Juve verso lo scudetto scattare al momento giusto.

 

La Juve distrugge la Roma. Fuga scudetto: Milan a -3
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