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Juventus


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La conferma del capitano della Juve è la richiesta del popolo bianconero alla società.

 

TORINO - Euforia Del Piero. Il capitano è sempre nel destino della Juve, prova ne è l'ultima magia di ieri su punizione con cui ha riportato i bianconeri in vetta alla classifica. Un gol che profuma di scudetto, di storia (il numero 288 nel giorno delle 700 presenze con la maglia di una vita) e di futuro. Perché Alex ha dimostrato ancora una volta di essere decisivo. Perché giocherà poco ma è sua la firma sulle vittorie fondamentali su Inter e Lazio, oltre che sulla semifinale di Coppa Italia con il Milan che ha proiettato i bianconeri in finale.

LO STRAPPO - Continuando così, il numero 10 sta diventando un meraviglioso imbarazzo per la dirigenza juventina. In autunno, il presidente Andrea Agnelli aveva annunciato per fine stagione la conclusione del matrimonio quasi ventennale con Del Piero. Da "valore aggiunto" (copyright di Conte), lui ha accettato con professionalità e applicazione l'impiego con il contagocce e ha parlato a modo suo, con i gol. Quattro finora, ma di un peso specifico enorme. Reti che puntualmente hanno fatto ripartire il solito tormentone: perchè non concedere ancora un anno al capitano? "Giocherò ancora, sicuramente", ha ribadito lui dopo la prodezza da tre punti ieri sera.

L'EUROPEO - Sì, ma dove? Il popolo juventino vuole una eccezione a quanto già deciso e oggi l'ha ribadito a Vinovo. Con uno striscione ("700 motivi per restare con noi"), con un autentico assalto quando il capitano si è fermato a firmare autografi, scandendo il suo nome all'arrivo di Agnelli, al centro sportivo per accogliere Cesare Prandelli in visita. E chiedendo a gran voce allo stesso ct azzurro di convocare il numero 10 per gli Europei. Si resta così sospesi tra la giusta logica di rinnovamento che la società bianconera sta perseguendo dallo scorso anno e l'amore sconfinato dei tifosi per chi ha scritto la storia. Intanto Del Piero resta il simbolo di una Juve che è a sei partite dal sogno tricolore e che ha tutto per poterlo concretizzare. Classe (come dimenticare il Pirlo visto contro la Lazio), organizzazione, corsa, carattere e maturità da grande. Perchè è matura una squadra che, nonostante la pressione di dover vincere a tutti i costi, non perde la rotta e riesce a piazzare lo scatto decisivo nei minuti finali di una gara prima dominata (ma non chiusa) e che via via si era complicata. Ora arriva il rush finale, con un calendario che, per difficoltà, ricalca più o meno quello del Milan: cinque impegni sulla carta senza particolari rischi per entrambe le contendenti (la Juve partirà con la trasferta di Cesena, domenica, dove sarà assente Bonucci, operato oggi con successo per la riduzione di una frattura al setto nasale) più una insidia. La Roma tra due turni per la squadra di Conte, il derby con l'Inter per i rossoneri di Allegri alla penultima giornata. Del Piero intanto prepara un altro gol che profuma di scudetto, di storia e di futuro...

 

 

Juve, i tifosi chiedono ad Agnelli il rinnovo di Del Piero
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